“Milano, dovete sapere, è oggi dì la più opulenta e abbondante città d’Italia (…) I Milanesi in ogni cosa attendono più all’essere che al vivere bene, che al parere (…) e tutti fanno a’ forestieri molte carezze, e li vedono molto volentieri” Matteo Bandello, novella VIII

 

IT’S A MATCH!
Leonardo e Milano

 

Leonardo e Milano erano fatti per incontrarsi: da una parte l’artista multiforme e universale, ingegnere all’avanguardia e maestro di cerimonie, abile nella pittura come nell’architettura o nella musica, dall’altra una metropoli in espansione e finalmente in pace, con duecentomila abitanti e una corte Rinascimentale al pari di Firenze, capace di attrarre talenti e dettar legge a tutta Europa in fatto di moda e costume.

 

Pochi sanno che Leonardo a Milano ha trascorso il più lungo e prolifico periodo della vita, un vero cittadino milanese d’adozione: quale luogo migliore per un talento di 30 anni, formatosi a Firenze e ora a caccia di fortuna, prestigio e un luogo dove esprimere liberamente la propria creatività?

 

A Milano Leonardo trova una città che è una piazza pulsante di commerci e innovazione, dove la tradizione artistica è il Gotico e il Rinascimento è il nuovo che avanza, con una rete di vie d’acqua in continuo sviluppo, confini da proteggere ma soprattutto espandere oltre le mura, una Corte da stupire con feste stravaganti, due grandi cantieri come il Castello Sforzesco e il Duomo, con la sua cupola da terminare.

 

Arriva in città portandosi, nella valigia d’apprendista, una lira d’argento a forma di teschio di cavallo, che ha disegnato lui stesso e suona da maestro: è il dono per il duca di Milano, Ludovico Maria Sforza, trent’anni come lui, condottiero e mecenate di artisti e scienziati, che sta trasformando la sua corte-fortezza in un’icona di stile: li lega, non troppo nascosta, una passione per il bello unito all’utile.

Il mio cavallo per un Ducato

Prima del Cenacolo e delle innovazioni nei Navigli, prima dei progetti per la cupola del Duomo o per le macchine di volo, Leonardo presenta al duca Ludovico il Moro il progetto di un cavallo di bronzo per celebrare il padre del Duca, Francesco Sforza.

Il giardino in una stanza

Oggi è una fortezza con tre corti, da una parte la città vitale con i suoi traffici e commerci, dall’altra il verde del Parco Sempione: già all’epoca di Leonardo il Castello Sforzesco era il cuore irradiante di una città ideale, che il geniale architetto rinascimentale Filarete aveva disegnato in una stella a otto punte chiamata Sforzinda, un’immagine di armonia e perfezione.

Tutti i mondi in un codice

Anche un giovane musico finisce immortalato dai pennelli di Leonardo, oggi tra gli highlight della Pinacoteca Ambrosiana di Milano in compagnia di Bruegel, Caravaggio, Tiziano e Botticelli. Poco lontano, nella Biblioteca Ambrosiana, più di 1000 fogli radunati nel Codice Atlantico raccontano i pensieri, le visioni e i progetti di Leonardo.

Un volo attraverso i secoli

A cinque secoli dalla nascita di Leonardo, nel 1953 a Milano un antico convento del XVI secolo diventa il primo museo scientifico italiano a lui intitolato: qui, non lontano dal Cenacolo e dalla Vigna ha trovato casa anche una serie di modelli costruiti sulla base dei disegni di Leonardo, una versione 3d curata nei materiali e rispettosa delle idee dell’artista.

Una fragilità immortale

Quattro anni sono davvero troppi per una pittura murale! Il duca ha fretta: per dipingere un’Ultima Cena sulla parete di un refettorio di religiosi, di fianco alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, ha ingaggiato il migliore talento di corte.

Sliding doors

Nel Codice Atlantico Leonardo ha disegnato alcune delle innovazioni di ingegneria idraulica: tra le tante, dei “chiusini” incastonati nelle porte, piccoli sportelli sott’acqua manovrabili a mano, che permettono un più lento fluire dell’acqua, evitando che le barche di passaggio, nel momento dell’apertura delle paratoie, siano sballottate o rovescino il loro carico. Una delle chiuse costruite all’epoca con questo meccanismo è ammirabile ancora oggi ed è la Conca dell’Incoronata, non lontano dal quartiere di Brera.

L’eredità di Leonardo

Concepita decenni prima in progetti mai portati a termine, iniziata quando a Milano dominavano gli Austriaci, terminata quando la città liberata aveva da poco aperto una piazza davanti al Teatro alla Scala e Palazzo Marino, il luogo dell’istituzione, si rifaceva la facciata: la statua di Leonardo da Vinci, inaugurata nel 1872, dimostra la sua fama costante, capace di resistere ad ogni tempo.